FABRIZIO DE ANDRE'

Caro Amore
Caro amore nei tramonti d'aprile
caro amore
quando il sole si uccide oltre le
puoi sentire piangere e gioire
anche il vento ed il mare
Caro amore
così un uomo piange caro amore
al sole, al vento e ai verdi anni
che cantando se ne vanno
dopo il mattino di maggio
quando sono venuti e quando scalzi
e con gli occhi ridenti sulla sabbia
scrivevamo contenti le più ingenue parole.
Caro amore
i fiori dell'altr'anno caro amore
sono sfioriti e mai più rifioriranno
e nei giardini ad ogni inverno
ben più tristi sono le foglie.
Caro amore
così un uomo vive caro amore
e il sole e il vento e i verdi anni
si rincorrono cantando verso il novembre
a cui ci vanno portando
e dove un giorno con un triste sorriso
ci diremo tra le labbra ormai stanche
"eri il mio caro amore".
Fabrizio De Andrè
dal "Concierto de Aranjuez"
di Joaquin Rodrigo (1901-1999).
*****
Αγάπη μου
Αγάπη μου, στα ηλιοβασιλέματα τ'Απρίλη
Αγάπη μου, όταν ο ήλιος θα πεθαίνει,
πέρα από τα κύματα ίσως μπορέσεις
ν'ακούσεις να κλαίνε και να χαίρονται
κι ο άνεμος κι η θάλασσα.
Αγάπη μου
έτσι κλαίει ένας άνδρας, αγάπη μου,
για τον ήλιο, τον άνεμο, και τ'ανοιξιάτικα χρόνια
που φεύγουν τραγουδώντας..
μετά από ένα πρωινό του Μάη,
ενώ όταν είχαν έλθει.. και όταν ξυπόλυτοι,
και με μάτια γελαστά...
στην άμμο γράφαμε ευτυχισμένοι,
τις πιό αθώες φράσεις.
Αγάπη μου,
μάδησαν φέτος τα λουλούδια
και δεν θ'ανθίσουν ποτέ ξανά,
και στους κήπους κάθε χειμώνα,
τα φύλλα θα μένουν θλιμμένα.
Αγάπη μου,
έτσι ένας άνδρας ζεί..Αγάπη μου,
και ο ήλιος κι ο άνεμος και τ'ανοιξιάτικα χρόνια
παρηγορούνται τραγουδώντας,
και μας συνοδεύουν προς τον Νοέμβρη,
εκεί που μια μέρα μ'ένα θλιμμένο χαμόγελο,
θα πούμε ψιθυριστά ανάμεσα
στα κουρασμένα χείλη μας,
"Ησουν η πιό Μεγάλη μου Αγάπη"
Fabrizio De Andrè
Trad. Lunapiena

10 commenti:

  1. Fabrizio De Andrè nasce a Genova Pegli, in Via De Nicolai, il 18 febbraio 1940.

    Dopo aver trascorso gli anni della guerra in campagna a Revignano d’Asti, la famiglia De Andrè fa ritorno a Genova, in Via Trieste numero13.

    Fabrizio studia al liceo "Cristoforo Colombo" e dopo il diploma si iscrive all’università, frequentando con poca convinzione prima medicina e lettere, poi giurisprudenza, dove supera diciotto esami senza arrivare però alla laurea.

    La sua è una normale gioventù da figlio di agiata famiglia della buona borghesia: la scuola, tre mesi di villeggiatura al mare, variegate letture nella biblioteca di casa, ma anche lunghe serate trascorse con Paolo Villaggio, Luigi Tenco, Gino Paoli e il poeta Remo Borzini a parlare di letteratura, di poesia e di cantautori francesi.

    A sedici anni compra la sua prima chitarra e il primo amplificatore e si mette a suonare jazz con un gruppo guidato dal pianista Mario De Santis, nel quale capita spesso Luigi Tenco col suo sax tenore; De Andrè si ispira alle sonorità e allo stile del chitarrista americano Jim Hall, suo idolo.

    I successivi passi nella musica li muove cantando e suonando in una formazione country e western che si chiama The Crazy Cowboy and Sheriff One, con cui si esibisce nelle feste studentesche.
    Nello stesso periodo butta giù le sue prime composizioni, canzoni strane e crude che parlano di suicidi, puttane, drogati e impiccati.

    Nel 1958 incide il suo primo 45 giri, Nuvole barocche, passato praticamente inosservato.
    Si sposa a ventidue anni con Erica Rignon (detta Puny) e diventa padre di Cristiano a meno di ventitre.

    In quel periodo alterna ancora l’hobby della musica ad un impiego negli istituti privati del padre (che aveva a Genova un paio di scuole per ragionieri, periti e geometri).

    Il suo primo grande successo è La canzone di Marinella, brano che viene interpretato da Mina nel 1965 diventando subito un best seller.

    Nel 1966 esce il suo primo album, Tutto Fabrizio De Andrè. Nel 1976 dopo aver incontrato la cantante Dori Grezzi, sua compagna da allora e da cui ha avuto la figlia Luisa Vittoria (Luvi), acquista un’azienda agricola in Sardegna, nella zona di Tempio Pausiana.

    Il 28 agosto 1979 viene sequestrato insieme a Dori Grezzi e per quattro mesi la coppia rimane prigioniera sulle montagne sarde.

    Fin dalle sue prime incisioni De Andrè si è imposto come il cantautore italiano che più di ogni altro si è accostato al genere musicale di grandi autori come Jacques Brel, Leonard Cohen e Bob Dylan; è stato il primo in Italia a dare alla canzone contenuti nuovi rispetto a quelli tradizionali, dimostrando che attraverso la canzone si potevano anche raccontare storie fino a quel momento riservate agli scrittori o ai poeti.

    Alla sua attività di autore e interprete ha affiancato quella di traduttore dei testi di Georges Brassens, Dylan e Cohen.

    Mentre i suoi album continuavano a uscire, De Andrè si rifiutava di fare televisione e di esibirsi in pubblico.

    Il suo primo concerto lo ha tenuto il 18 marzo 1975 alla Bussola di Focette, affiancato dai New Tolls.

    Da allora le sue esibizioni dal vivo sono state comunque rare.

    Muore a Milano l’11 gennaio 1999

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  2. CALEIDOSCOPIO

    Pettirosso di ogni novembre
    lo stiamo ascoltando all'unisono
    il fottuto maestrale di Francia
    che ci piega le smorfie ad Oriente
    Salute agli antichi padroni, pettirosso,
    salute allo stemma
    di questa brigata di sughere
    pettinate ancora all'Umberta

    Usignolo d'aprile
    anche stanotte hai cantato che esiste
    un destino più triste
    di chi avverte morire all'intorno
    le memorie più care.
    È il destino di chi morente,
    allo specchio di tenere gemme
    riconosce per sé
    il divieto di rigermogliare

    Raganelle di luglio
    cicale notturne del prato
    l'avete veduta la nostra gente
    stretta nel cerchio dei grandi fuochi
    ancora oggi appiccati
    per poca sapienza
    come intorno alle salamandre
    nei giorni crudeli
    della nostra infanzia

    Settembre degli stormi
    anche quest'anno
    a mettere fine alle tre sofferenze ritorni
    Anche quest'anno
    contesi coi tuoi affamati festosi emigranti
    mungeremo i tuoi grappoli
    e al riparo delle tue piogge segrete
    conserveremo nell'ombra del legno
    il tuo latte d'autunno
    prima che i venti del Nord
    ritornino a frullare gli oceani

    Fabrizio De Andrè

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  3. "Amico Fragile"

    Evaporato in una nuvola rossa
    in una delle molte feritoie della notte
    con un bisogno d'attenzione e d'amore
    troppo, "Se mi vuoi bene piangi "
    per essere corrisposti,
    valeva la pena divertirvi le serate estive
    con un semplicissimo "Mi ricordo":
    per osservarvi affittare un chilo d'era
    ai contadini in pensione e alle loro donne
    e regalare a piene mani oceani
    ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
    fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
    senza rimpiangere la mia credulità:
    perché già dalla prima trincea
    ero più curioso di voi,
    ero molto più curioso di voi.

    E poi sorpreso dai vostri "Come sta"
    meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
    tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
    se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
    "Lo sa che io ho perduto due figli"
    "Signora lei è una donna piuttosto distratta."
    E ancora ucciso dalla vostra cortesia
    nell'ora in cui un mio sogno
    ballerina di seconda fila,
    agitava per chissà quale avvenire
    il suo presente di seni enormi
    e il suo cesareo fresco,
    pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
    debba in qualche modo incominciare una chitarra.

    E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
    mi sentivo meno stanco di voi
    ero molto meno stanco di voi.

    Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
    fino a farle spalancarsi la bocca.
    Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
    di parlare ancora male e ad alta voce di me.
    Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
    con una scatola di legno che dicesse perderemo.
    Potevo chiedere come si chiama il vostro cane
    Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
    Potevo assumere un cannibale al giorno
    per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
    Potevo attraversare litri e litri di corallo
    per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.

    E mai che mi sia venuto in mente,
    di essere più ubriaco di voi
    di essere molto più ubriaco di voi.

    Fabrizio De Andrè

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  4. E fu la notte
    Fabrizio De André

    E fu la notte
    la notte per noi
    notte profonda
    sul nostro amore.
    E fu la fine
    di tutto per noi
    resta il passato
    e niente di più.
    Ma se ti dico:
    "non t'amo più"
    sono sicuro
    di non dire il vero.
    E fu la notte
    la notte per noi
    buio e silenzio
    son scesi su noi.
    E fu la notte
    la notte per noi
    buio e silenzio
    son scesi su noi..

    testo e musica: di Fabrizio De André

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  5. La stagione del tuo amore

    La stagione del tuo amore
    non è più la primavera
    ma nei giorni del tuo autunno
    hai la dolcezza della sera
    se un mattino fra i capelli
    troverai un po' di neve
    nel giardino del tuo amore
    verrò a raccogliere il bucaneve

    Passa il tempo sopra il tempo
    ma non devi aver paura
    sembra correre come il vento
    però il tempo non ha premura
    piangi e ridi come allora
    ridi e piangi e ridi ancora
    ogni gioia ogni dolore
    puoi ritrovarli nella luce di un'ora

    Passa il tempo sopra il tempo
    ma non devi aver paura
    sembra correre come il vento
    però il tempo non ha premura
    piangi e ridi come allora
    ridi e piangi e ridi ancora
    ogni gioia ogni dolore
    puoi ritrovarli nella luce di un'ora.

    testo e musica: di Fabrizio De André

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  6. Una storia sbagliata


    È una storia da dimenticare
    è una storia da non raccontare
    è una storia un po' complicata
    è una storia sbagliata.

    Cominciò con la luna sul posto
    e finì con un fiume d'inchiostro
    è una storia un poco scontata
    è una storia sbagliata.

    Storia diversa per gente normale
    storia comune per gente speciale
    cos'altro vi serve da queste vite
    ora che il cielo al centro le ha colpite
    ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

    È una storia di periferia
    è una storia da una botta e via
    è una storia sconclusionata
    una storia sbagliata.

    Una spiaggia ai piedi del letto
    stazione Termini ai piedi del cuore
    una notte un po' concitata
    una notte sbagliata.

    Notte diversa per gente normale
    notte comune per gente speciale
    cos'altro ti serve da queste vite
    ora che il cielo al centro le ha colpite
    ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

    È una storia vestita di nero
    è una storia da basso impero
    è una storia mica male insabbiata
    è una storia sbagliata.

    È una storia da carabinieri
    è una storia per parrucchieri
    è una storia un po' sputtanata
    o è una storia sbagliata.

    Storia diversa per gente normale
    storia comune per gente speciale
    cos'altro vi serve da queste vite
    ora che il cielo al centro le ha colpite
    ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

    Per il segno che c'è rimasto
    non ripeterci quanto ti spiace
    non ci chiedere più come è andata
    tanto lo sai che è una storia sbagliata
    tanto lo sai che è una storia sbagliata


    testo e musica: di Fabrizio De André - Massimo Bubola
    (per Pier Paolo Pasolini)

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  7. La ballata dell'eroe

    Era partito per fare la guerra
    per dare il suo aiuto alla sua terra
    gli avevano dato le mostrine e le stelle
    e il consiglio di vender cara la pelle
    e quando gli dissero di andare avanti
    troppo lontano si spinsero a cercare la verità
    ora che è morto la patria si gloria
    d'un altro eroe alla memoria
    era partito per fare la guerra
    per dare il suo aiuto alla sua terra
    gli avevano dato le mostrine e le stelle
    e il consiglio di vender cara la pelle
    ma lei che lo amava aspettava il ritorno
    d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà
    se accanto nel letto le è rimasta la gloria
    d'una medaglia alla memoria.

    Fabrizio de Andrè

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  8. La ballata dell'eroe

    Era partito per fare la guerra
    per dare il suo aiuto alla sua terra
    gli avevano dato le mostrine e le stelle
    e il consiglio di vender cara la pelle
    e quando gli dissero di andare avanti
    troppo lontano si spinsero a cercare la verità
    ora che è morto la patria si gloria
    d'un altro eroe alla memoria
    era partito per fare la guerra
    per dare il suo aiuto alla sua terra
    gli avevano dato le mostrine e le stelle
    e il consiglio di vender cara la pelle
    ma lei che lo amava aspettava il ritorno
    d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà
    se accanto nel letto le è rimasta la gloria
    d'una medaglia alla memoria.

    Fabrizio de Andrè

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  9. Amore che vieni, amore che vai
    Fabrizio de André

    Quei giorni perduti a rincorrere il vento
    a chiederci un bacio e volerne altri cento
    un giorno qualunque li ricorderai
    amore che fuggi da me tornerai
    un giorno qualunque ti ricorderai
    amore che fuggi da me tornerai
    e tu che con gli occhi di un altro colore
    mi dici le stesse parole d'amore
    fra un mese fra un anno scordate le avrai
    amore che vieni da me fuggirai
    fra un mese fra un anno scordate le avrai
    amore che vieni da me fuggirai
    venuto dal sole o da spiagge gelate
    perduto in novembre o col vento d'estate
    io t' ho amato sempre , non t' ho amato mai
    amore che vieni , amore che vai
    io t' ho amato sempre , non t' ho amato mai
    amore che vieni , amore che vai.

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  10. LA CANZONE DELL'AMORE PERDUTO
    (F.De Andrè)

    Ricordi sbocciavan le viole
    con le nostre parole:
    "Non ci lasceremo mai, mai e poi mai".
    Vorrei dirti ora le stesse cose
    ma come fan presto amore
    ad appassir le rose
    così per noi l'amore
    che strappa i capelli è perduto ormai
    non resta che qualche svogliata carezza
    e un po' di tenerezza.

    E quando ti troverai in mano quei fiori appassiti
    al sole di un aprile ormai lontano li rimpiangerai
    ma sarà la prima che incontri per strada
    che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato
    per un amore nuovo

    E sarà la prima che incontri per strada
    che tu coprirai d'oro
    per un bacio mai dato
    per un amore nuovo.

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